Descrizione:
Il primo gin dell'Alto Adige assemblato pensando al carattere di un popolo: in questo caso i pusteresi.
La melissa, la malva e il sambuco conferiscono a questo gin la sua tipica tonalità: un rosa brillante con riflessi violacei, non troppo intenso, ma nemmeno troppo debole.
Al naso, questo gin seduce con la sua perfetta armonia e il gioco di note erbacee e fruttate, con il mirtillo rosso a sottolineare il bouquet.
Al palato irrompe come un piccolo fuoco d’artificio e il suo temperamento riflette il carattere del pusterese. Non troppo irascibile, rude, equilibrato e sincero.
Le diverse erbe e le bacche stimolano il palato con una nota pepata e una vivace acidità mentre la delicata nota di marzapane delle bacche di sorbo si fonde con gli aromi rimanenti, conferendo a questo gin la necessaria ampiezza al palato e una notevole lunghezza nel finale.
Che dire: semplicemente un pusterese di cui innamorarsi ;-)
Eticetta:
L'etichetta, creata dall'artista Karin Watschinger, esprime quanto segue:
Il cuore è simbolo della vita e dell’amore per la flora e la fauna. Un grande cuore che batte forte come le montagne più alte per poi calmarsi come un placido corso d’acqua. Il sangue riflette la passione, una qualità che può anche generare sofferenza. Chi sostiene che l’amore è solo un fuoco che arde brevemente e si estingue in fretta, non ha ancora compreso il carattere di questo popolo.
Stiamo parlando del Puschtra Bluit...
Bottiglia da:
500 ml - 50 cl - 0,5 lt.
Produttore:
Karadar srl
Storia:
La storia della Val Pusteria corre lungo le sponde dei grandi fiumi, le cui piene hanno spesso minacciato pericolosamente anche quest’area. Riuscire a resistere a tutte queste tempeste ha plasmato la gente della Pusteria sin dai tempi più antichi.
Questo territorio è stato attraversato dalla dominazione romana che qui realizzò soprattutto strade di collegamento di un impero di importanza mondiale, fino ad arrivare alla colonizzazione bavarese e alla nomina di presidio di confine contro gli invasori slavi che si insediarono nella valle occupando fino all’ultimo maso di montagna che esiste ancora oggi.
Studiosi della cultura tirolese, come Richard Staffler e Luis Trenker, scorgono nel pusterese il temperamento più puro del bavarese e un carattere talmente distintivo da renderlo assolutamente riconoscibile tra cento persone. Un popolo legato alla patria, retto, efficiente e rude nei rapporti interpersonali.
Il pusterese è dotato di una mente acuta, di talento artistico e musicale. Ha uno spiccato senso della libertà e ama la caccia.
Grazie alla mentalità di questo popolo e all’incrollabile legame con le tradizioni, la Val Pusteria è il territorio sudtirolese ad aver maggiormente conservato il carattere tedesco.